Sveglia molto presto, arrivo al punto di partenza prima dei cacciatori. Lascio l’auto al limite oltre il quale l’accesso è riservato ai possessori di baite o ai malgari. I cacciatori passano con i loro 4×4, affittano le baite spesso per finta solo per avere mano libera.
Salgo la strada poderale con lampada frontale con luce rossa, meno visibile sia dagli umani che dagli animali, una salamandra mi osserva e io la evito. Arrivato fuori dal bosco spengo, conosco il pendio e mi godo la luce delle stelle. Orione è apparso, il cacciatore messo in cielo da Artemide. Ai suoi piedi Sirio – Canis major.
Sono certo che nessun cacciatore abbia visto il “collega” nel cielo di sud-est. Lui cacciava con arco e frecce, loro con ottiche e fucili che permettono tiri di chilometri. Ora mi volto e vedo che i pendii dove la caccia è aperta sono solcati dai fari in cerca di animali. La legge lo vieta, ma è un dettaglio. Usano addirittura gli abbaglianti del 4×4; per cosa poi lo sanno solo loro, manca ancora un’ora e mezza all’alba e spaventare gli animali ha poco senso; ma la loro è una gara, devono battere più forte il pugno sul tavolo al bar…
Li lascio alle spalle, sperando che non osino arrivare nella mia zona, caccia vietata.
Sento il primo bramito ma non individuo la provenienza, potrebbe essere a 50 metri come a 500; il vento porta i rumori e per fortuna ce l’ho in faccia. Monto la reflex sul cavalletto e proseguo. Negli ultimi anni i cervi si sono spostati sempre più a nord; ma in un posto buono, alla prima luce, sento che il padrone di casa è attivo. Quando si fa più chiaro vedo che ha con se cinque femmine e un piccolo, dopo poco tre scappano e lui le lascia fare. Sono distanti e non mi vedono, alle mie spalle invece fischia un camoscio, si allontana senza fretta.
Incontro altri camosci, tante femmine con i capretti dell’anno, segno che i lupi non fanno poi tanto danno in queste montagne poco scoscese…
Finalmente sento dei bramiti intensi e ripetuti, i cervi cercano le zone più tranquille per il loro periodo degli amori. E’ difficile individuarli per la distanza, ne vedo due affiancati, tra poco si daranno di stanghe e il più debole scapperà.
Non scendo, mi spiacerebbe disturbarli per una foto, ormai sul web si vede di tutto, gente che per soddisfare il suo pubblico fotografa animali in fuga e spaventati, l’egoismo trionfa.
Per questo non pubblicherò le foto per qualche mese, i cacciatori non si fanno problemi se vedono un bel trofeo a cercare il proprietario, anche se è in zona dove la caccia non è permessa. Le foto di animali sensibili devono invecchiare come il vino.